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I giorni dei morti

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Mi reco tra i morti, quelli sepolti, quelli amati,

quelli di cui solo bei ricordi possono alleviare la loro assenza.

I campi e le lapidi rispettosi del silenzio

ospitano i miei passi lenti

e il mio pensiero

incline alla malinconia,

all’inguaribile presente che non si spegne,

alla condizione della vita che ogni cosa deve sopportare,

si allontana da questo spazio del tempo e del luogo

ed esce per maledire i morti che ancora sono vivi

che ancora infettano con la stupida presenza

del loro io

la vita degli altri.

 

Li trovo lontani dove nemmeno la solitudine può arrivare

Lontani dai cuori, dai simboli

Rinchiusi nella fragile corazza della loro esistenza sconfitta.

 

Ma ben più sconfitta è l’anima, diventata avida,

di coloro che li hanno sostenuti,

incerta e frastornata, illusa e disorientata.

Costoro che brandiscono bandiere da lontano,

costoro che vivono di vile, arrogante solitudine

sono morti, l’oblio li esilierà.

 

Torno a guardare i volti sereni dei morti che ci accompagneranno

e che continueranno a vivere per amore.

Mi libero da quel peso, dal fastidio dei morti vivi,

in questo “progresso scorsoio”,

che ci ricatta continuamente,

spengo il telefono e ricomincio a camminare.

 

( a futura memoria delle figure irresponsabili di Nigel Farage e Carles Puigdemont)

(“progresso scorsoio” è una citazione da Andrea Zanzotto)

 Ivan Pozzoni - 01/01/2018 15:02:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Questo testo mi colpisce…

 Luca Tegoni - 03/11/2017 20:09:00 [ leggi altri commenti di Luca Tegoni » ]

Grazie Salvatore
assolutamente d’accordo, la memoria ci da consistenza

 Luca Tegoni - 03/11/2017 20:08:00 [ leggi altri commenti di Luca Tegoni » ]

Grazie Arcangelo grazie per la lettura approfondita

 Salvatore Pizzo - 31/10/2017 20:07:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

I vivi ed i morti nei cimiteri si compenetrano, divenendo ciò che alla vita necessita memoria, ma non è detto che, la memoria, possa sopperire a tutta la fallacia dell’essere umani...
un saluto

 Arcangelo Galante - 31/10/2017 17:55:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Cordialmente saluto l’autore, con religioso silenzio. Più volte, ho letto la poesia, e sempre mi colpisce l’insieme del pathos che il poeta vi ha riversato, affrontando il tema intavolato. Emblematica resta soprattutto la chiusa, espressione di un atteggiamento compito e significativamente emozionale. Credo sia per una polivalenza di valori umanamente e legittimamente comprensibili, davvero molto intensi. Noi non siamo soli e la speranza rinascerà sempre nell’animo, giacché si nutre dell’amore di chi, pur avendo lasciato questa terra, continua a restare impresso nella mente, in funzione dell’esempio valido trasmesso. A tali considerazioni mi ha spinto la lettura del testo.

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